MINE Museo delle Miniere e del Territorio

MINE Museo delle Miniere e del Territorio

Mine è un museo partecipato, costruito con oggetti, documenti, fotografie donati dalla comunità; è un museo capace di raccontare tantissime storie per portarci a comprendere tematiche ancora oggi attuali e delle quali si continua a dibattere. È un luogo singolare: è l’unico museo che non può portarti fisicamente in miniera ma è in grado di farti vivere la miniere attraverso i ricordi, le immagini i suoni, i rumori che nel tempo una comunità ha conservato per “donare” agli altri. Un museo vivo che permette di viaggiare nel tempo; un museo che parlando di distruzione e mutamento ha ricostruito molteplici significati del territorio.
Mine è una mappa per orientarsi là dove tutto è mutato. È nato nel 2012, ospitato in alcuni edifici recuperati del vecchio paese di Castelnuovo: l’inaugurazione ci fu il 4 luglio, una data non casuale. Ogni anno infatti si commemorano le vittime civili degli eccidi del 1944, perpetrati dalle truppe naziste. A Castelnuovo le vittime furono 74 molte altre nei paesi vicini ed oggi c’è una cappella che le ricorda, posta proprio a ridosso di un grande muraglione sul quale poi si dipana la strada che porta al museo.
Mine, dal nome che l’Ariosto dà alle miniere, inizia a raccontarsi dall’Ottocento secolo che ha determinato il punto di svolta, periodo nel quale fu fondato il Comune di Cavriglia, voluto da Napoleone, e si dette avvio all’industrializzazione del Valdarno con la combinazione dello stabilimento siderurgico di San Giovanni Valdarno e delle miniere. L’industria e le miniere iniziarono velocemente a mutare i luoghi, le persone, il lavoro, l’economia. Una terra fertile e mezzadrile si avviò verso profondi cambiamenti. Nelle sale del museo si ripercorrono tanti momenti salienti di questa storia: le prime gallerie e il duro lavoro dei minatori; gli attrezzi impiegati, la tecnologia connessa alle miniere e tante fotografie che mostrano tempi ormai davvero lontani. Non manca una piccola sezione dedicata al passaggio della guerra per poi arrivare a scoprire la storia di grandi macchine che avrebbero segnato il paesaggio in modo irreversibile con l’escavazione a cielo aperto del combustibile fossile.
Il percorso di visita stimola i sensi: ci sono zone nelle quali si possono toccare gli oggetti, altre nelle quali i suoni ci portano dentro le miniere ed altri ancora dove l’odore pungente della lignite entra nel naso.

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