Il Valdarno delle Balze

Il Valdarno delle Balze

Il Valdarno Superiore è conosciuto fin dai tempi del Rinascimento come bacino fossilifero di straordinaria importanza, sia per quantità che per qualità di fossili, preziose testimonianze della nostra storia più antica e dell’agire del tempo.
Le condizioni geologiche del Valdarno sono, infatti, singolari e hanno permesso la fossilizzazione di flora e faune eterogenee, capaci di raccontare la presenza della vita nel territorio fin da 3 milioni di anni fa.
Una delle peculiarità naturalistiche che rende il Valdarno unico e riconoscibile sono le Balze, formatesi dall’accumulo di depositi favorito dall’incessante scorrere di antichi corsi d’acqua. Si sono formate così, in migliaia di anni, queste imponenti successioni di strati di sabbie, argille e conglomerati che in alcuni casi possono superare i 100 metri di altezza e che ci regalano scorci di colori intensi e caldi, dai toni tipicamente giallastri. Gole e incisioni fra le Balze rendono il paesaggio unico e suggestivo.

Le Balze sono preziosi scrigni che conservano tracce della vita passata. Ai loro piedi in particolare, sepolti da strati di terra, si nascondono ancora oggi i resti fossilizzati delle faune che hanno popolato il Valdarno durante il periodo Pliocenico finale-Pleistocenico inferiore (da 2.6 milioni di anni fa).


Sono faune tipiche di un clima analogo all’attuale savana africana, e si possono conoscere nel Museo Paleontologico dell’Accademia Valdarnese del Poggio a Montevarchi. Lì, ad accoglierci, troviamo rinoceronti, iene, ippopotami, felini, canidi, cervidi giganti, elefanti rinvenuti anche recentemente.

Le Balze uniscono geologicamente il Valdarno, sia aretino che fiorentino, lungo le pendici del Pratomagno, creando una sorta di sponda simile a un Grand Canyon e che ha il suo corrispettivo, anche se meno eclatante, nelle Smotte della riva sinistra dell’Arno.
Da segnalare è di certo il percorso dell’Acqua zolfina, un sentiero a anello da cui godere di scorci molto suggestivi.