Il Museo Paleontologico di Montevarchi fa parte del più ampio patrimonio culturale dell’Accademia Valdarnese del Poggio, la più antica istituzione culturale del Valdarno fondata nel 1805. Il Museo ha aperto per la prima volta le sue porte al pubblico nel 1829 e da allora la sua collezione di fossili si è arricchita di ritrovamenti provenienti dal territorio. Il Valdarno superiore è infatti un bacino fossilifero di grande importanza a livello internazionale e ancora oggi restituisce testimonianze di milioni di anni fa. Il nucleo originario della collezione è stato studiato e catalogato dal fondatore della paleontologia, lo studioso francese George Cuvier nel 1809.
Il museo, che ha sede in un trecentesco convento francescano a cui si accede da un chiostro rinascimentale, custodisce circa 3000 reperti del territorio che raccontano la storia del Valdarno da 3 milioni di anni fa a 200 mila anni fa. Attraverso le testimonianze fossili animali e vegetali è possibile comprendere le evoluzioni climatiche e ecologiche del territorio, a partire dal periodo più antico caratterizzato dal clima pluviale, per poi passare al clima analogo all’attuale savana africana, fino ai recenti climi più freddi. Tra i reperti si segnala il tipo di Canis etruscus, un canide che ha abitato il Valdarno circa 1 milione e mezzo di anni fa, insieme a tipico Mammuthus meridionalis.
La presenza umana in Valdarno è testimoniata da selci che presentano ancora l’immanicatura di pece di betulla di circa 200 mila anni fa e che costituiscono il più antico ritrovamento della fattispecie finora conosciuto.
Il Museo si è arricchito nel 2016 della Sezione Archeologica ‘Alvaro Tracchi’, con reperti etrusco romani provenienti dal territorio e dalla zona del viterbese e che proseguono il tema dell’antropizzazione del territorio.
Il percorso espositivo è completato da video installazioni e touchscreen che permettono ulteriori approfondimenti tematici.
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