Le Pievi del Valdarno: a destra e a sinistra del fiume Arno

Le Pievi del Valdarno: a destra e a sinistra del fiume Arno

Pieve_di_Gropina

L’attuale strada statale Setteponti, percorso sulla destra dell’Arno, alle pendici del Pratomagno, ricalca un itinerario di probabile origine etrusca. Qui si possono ammirare alcune tra le più suggestive pievi del Valdarno, che sorsero lungo tale direttrice per governare i villaggi distribuiti nelle campagne.

Solo con la cosiddetta “rivoluzione stradale” del Duecento, in seguito allo sviluppo dei grossi centri del fondovalle e allo spopolamento dei castelli, l’asse viario principale verrà spostato lungo la riva sinistra dell’Arno.

Le pievi rappresentano un ricco esempio dell’architettura romanica nel Valdarno, soprattutto per il complesso decorativo scultoreo.

Provenendo da Firenze la prima che si incontra è la Pieve di Santa Maria a Scò a Pian di Scò: documentata nel 1008 e costruita in più fasi, conserva un affresco quattrocentesco frammentario raffigurante la Madonna col Bambino in trono, attribuito a Paolo Schiavo.

L’attuale Badia di S. Salvatore a Soffena a Castelfranco di Sopra, risalente al 1392, ha un impianto a croce latina secondo la regola vallombrosana. Pregevoli gli affreschi quattrocenteschi dell’interno, tra cui l’Annunciazione attribuita allo Scheggia, fratello del Masaccio, e una Madonna con Bambino con i SS. Pietro e Francesco attribuita, invece, a Paolo Schiavo.

Entrando nel Comune di Loro Ciuffenna si ammira la Pieve di San Pietro a Gropina, il più importante esempio di architettura romanica nel Valdarno: risalente al 1016, fu eretta sui resti di due chiese preesistenti. Desta particolare interesse non solo la monumentalità dell’edificio, ma soprattutto il ricco programma iconografico che emerge dalla decorazione dei capitelli, con elementi simbolici e fitomorfi. Sempre nel Comune di Loro Ciuffenna sorge la Pieve di San Giustino, il cui aspetto attuale è frutto di un restauro degli anni sessanta del secolo scorso.

La Badia di SoffenaSulla sponda sinistra dell’Arno, se si sale verso Cavriglia, si può incontrare un esempio di Pieve davvero singolare. Si trova a San Pancrazio e si ipotizza risalga all’VIII secolo. Si tratta dell’unico esempio in Valdarno di chiesa plebana con presbiterio sopraelevato, impostato sulle volte di copertura di una cripta. Questa è divisa in tre piccole navate da colonnine, sormontate da capitelli, sui quali poggiano le volte a crociera della copertura. All’interno vi si trovava un fonte battesimale monolitico. Sull’architrave della porta, che dalla cripta immette nella cella della torre campanaria, è ancora visibile un’iscrizione con la data: anno 1147. Trasformata in edificio barocco nel 1600 è tornata alle sue antiche forme solo a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso.

Non lontano sorgeva la piccola chiesa di Santa Maria in Avane. Di probabile origine longobarda, con alcune decorazioni databili all’VIII-IX secolo, ha conservato a lungo un’Annunciazione di Paolo Uccello e la predella, oggi esposta a Firenze. La piccola chiesa fu smontata pietra per pietra attorno alla metà degli anni Settanta del Novecento a seguito delle escavazioni minerarie.

A Casignano si trova la romanica chiesa di San Lorenzo dalla semplice struttura in pietra con abside mentre, se si prosegue verso Cavriglia, si incontra la pieve intitolata a San Giovanni Battista, una delle più antiche del Valdarno. La costruzione risale infatti all’anno Mille e ha subito negli anni numerosi interventi di restauro.