Le Robbiane nel Valdarno

Le Robbiane nel Valdarno

stemma della robbiaTappa fondamentale per approfondire l’affascinante mondo delle Robbiane  del Valdarno è la città di San Giovanni Valdarno.

Proprio qui la famiglia dei Della Robbia, ma anche quella concorrenziale dei Buglioni, hanno lasciato segni tangibili della loro “arte nuova, utile e bellissima” come la definì Giorgio Vasari.

In questo comune, più che in altri, possiamo ammirare la variegata produzione robbiana sia relativa alla committenza ecclesiastica, visibile nella lunetta della Basilica di Santa Maria delle Grazie realizzata da Giovanni della Robbia, che a quella laica, visibile nella formidabile galleria di Stemmi dei Podestà e dei Vicari che adornano la facciata di Palazzo d’Arnolfo che oggi ospita il Museo delle Terre Nuove.

 Palazzo d’Arnolfo e gli stemmi riferibili alla scuola dei Della Robbia e dei Buglioni.

Tra gli esemplari più eloquenti va citato lo Stemma Lioni eseguito da Luca della Robbia nel 1463. Altro splendido esempio di plastica robbiana dalla vivacissima cromia è lo Stemma Tornabuoni realizzato da Andrea della Robbia nel 1479 che mostra le stesse fattezze dello Stemma Lioni del quale, probabilmente, costituiva il pendant.

Attribuito allo stesso autore risulta lo Stemma Salviati datato 1484, come riporta il cartiglio sottostante, sorretto da putti; la decorazione è analoga a quella che adorna la cornice della Madonna degli Architetti, conservata al Museo Nazionale del Bargello di Firenze e documentata come la prima opera autografa dell’artista.

L’excursus degli stemmi della facciata continua con altri manufatti realizzati dalla bottega di Andrea come il semplice Stemma Ridolfi, del 1477. La stessa semplicità si riscontra nello Stemma Vespucci datato 1485. Uscito dalla medesima bottega è lo Stemma Iacopi, del 1505.

Il percorso continua con due stemmi la cui paternità viene riconosciuta a Giovanni della Robbia, eseguiti probabilmente negli anni in cui lavorava alla lunetta con la Madonna che dona la cintola a San Tommaso, posta nell’adiacente Basilica di Santa Maria delle Grazie: lo Stemma Nicolini, datato 1509, e lo Stemma Pazzi, realizzato nel 1516, molto simili per tipologia, uno scudo inserito entro un bacile a conchiglia circondato da una ricca ghirlanda a motivi vegetali.

Anche la concorrente famiglia Buglioni lascerà ai Podestà di San Giovanni Valdarno interessanti stemmi.
Di sicura attribuzione a Benedetto sono lo Stemma Ginori, datato 1490, e lo Stemma di Guglielmo Alessandri. Attribuito invece alla bottega di Santi Buglioni è l’elegante Stemma Pazzi realizzato nel 1535.

La Basilica di Santa Maria delle Grazie e la lunetta del portale maggiore

La lunetta collocata nella Basilica di Santa Maria delle Grazie, sopra il varco di Porta San Lorenzo, raffigura la Vergine mentre dona la cintola a San Tommaso Apostolo alla presenza dei due santi protettori di San Giovanni Valdarno: San Lorenzo e San Giovanni Battista.
Il rilievo si ricollega alla pittura e alla scultura contemporanee, elaborando una sorta di pittura tridimensionale di grande effetto. Riguardo alla committenza dell’opera ci sono tesi contrastanti.

valdarno della robbiaL’attribuzione deriva da una notizia riportata, in data 8 settembre 1513, nel Registro dei Partiti dell’Oratorio (1502/1528): un sollecito agli Operai dell’Oratorio affinché concludano “Tutto el paghamento della Absuntione sopra della porta […] (al) maestro della Robia”. Di conseguenza anche la datazione, prima incerta, si può collocare anteriormente a tale data. A Montevarchi, presso il museo di Arte Sacra si conserva, ricostruito dopo uno smembramento, settecentesco il Tempietto robbiano della reliquia del Sacro Latte. Il Tempietto era il fulcro della Cappella di Santa Maria del Latte, originariamente costituita da un altare addossato alla controfacciata destra della chiesa della Collegiata e protetto da un alto baldacchino; in un piccolo vano retrostante, popolarmente detto “Stanzino delle Reliquie”, si conservava il Sacro Latte. La ricomposizione attuale del Tempietto è dovuta ai restauri del 1970 che riprodussero fedelmente la struttura architettonica originaria. Opera di Andrea della Robbia, datato tra il 1490-1499 fu ricostruito da Secchi-Maetzke nel 1970.

Basilica.02Salendo sulle colline ci imbattiamo ancora in esempi di terracotta invetriata. A Cavriglia troviamo un  piccolo Museo di Arte Sacra, quello della Pieve di San Giovanni Battista a Cavriglia, allestito dentro a quella che era la cappella della compagnia dedicata al Nome di Gesù. Qui sono conservati una serie di busti in terracotta invetriata di colore prevalentemente bianco;  busti tutti riferiti alla produzione di Benedetto Buglioni raffiguranti San Giovannino, Santo Stefano e probabilmente San Romolo Vescovo. Interessante anche l’angelo ceroferario policromo, sempre del Buglioni, sottoposto al rifacimento degli arti superiori negli anni Trenta del XX secolo. La sua presenza nella Pieve di San Giovanni è documentata solo a partire dalla prima metà dell’800.

A Bucine non lontano dalla località di San Leolino incontriamo la Pieve di San Giovanni Battista a Petrolo, conosciuta anche come la Pieve di Galatrona. Al suo interno possiamo ammirare il l fonte battesimale in terracotta invetriata, la statua di San Giovanni Battista e un ciborio tutti realizzati da Giovanni della Robbia. Opere che venivano già ricordate nel XIX secolo anche da Emanuele Repetti. Esse furono commissionate dal pievano Leonardo Bonafede, per dieci anni rettore della pieve (dal 1518 al 1528) e diventato poi vescovo di Cortona.